Rocca di Papa (chiamata a volte semplicemente ‘a Rocca in molti dialetti dei Castelli Romani) è un comune italiano di circa 15.000 abitanti, della provincia di Roma, situato nell’Area dei Castelli Romani, nel Lazio. Il comune fa parte della Comunità Montana dei Castelli Romani e Prenestini, ed ospita la sede del Parco Regionale dei Castelli Romani.
Anche se l’abitato moderno nacque solo nel Medioevo, il territorio rocchigiano era già stato abitato fin dal I millennio a.C.: Monte Cavo era infatti l’antico Mons Albanus sacro ai Latini, sulla cui vetta sorgeva il tempio di Giove Laziale, e alcuni storici suppongono che sulla sponda orientale del Lago di Albano, in buona parte ricadente in territorio rocchigiano, sorgesse la leggendaria capitale latina di Alba Longa.
Nel periodo medioevale. Rocca di Papa fu infeudata ai Conti di Tuscolo, agli Annibali, agli Orsini ed infine, tra il 1426 ed il 1870, ai Colonna. Nel 1855 i cittadini rocchigiani si resero protagonisti della proclamazione di una Repubblica di Rocca di Papa (Clicca qui per leggere la cronaca dell’epoca).
Nel corso dell’Ottocento e del Novecento, i paese ha assunto fama internazionale di luogo di villeggiatura rinomata a pochi chilometri da Roma, ospitando nomi altisonanti della politica e dello spettacolo.
I Campi di Annibale sono situati su un piacevole e affascinante pendio circondato dalle cime del Vulcano Laziale che creano un anfiteatro naturale da favola. Sulla pianura ove probabilmente insisteva un lago si trovava la Città del Cabum, la città dei sacerdoti Cabensi, incaricati di officiare i riti religiosi che si svolgevano al tempio di “Giove Laziale” sul “Monte Albano” (oggi Monte Cavo). In questo fertilissimo territorio buoi e agnelli pascolavano ed erano usati, presumibilmente, anche per i sacrifici della “Latinae Feriae” e per celebrazioni di minore importanza.
Per quanto riguarda l’etimologia dei campi di Annibale è ancora in corso un interessante dibattito: secondo alcuni studiosi del XIX e XX secolo l’origine del nome deriva dall’antica famiglia Annibaldi di Trastevere, proprietari del “Castello di Molara“ e del feudo di Montecompatri, che governarono la zona per un breve periodo di tempo. Ma tale ipotesi non può però essere confermata anche perché in realtà gli Annibaldi o Annibaldeschi (oltre a battezzare quei campi modificando il loro nome) furono solo proprietari temporanei. Dopo di loro possiamo aggiungere che altre sei famiglie principesche controllarono il territorio. Per esempio, bisogna considerare che la nobile famiglia Colonna dominò il luogo per quattro secoli, fino al 1870. Per la prima volta il nome di Annibale si leggeva in un documento ufficiale del 1761 nell’Archivio Colonna; in realtà sulla scritta “PRATA DI ROCCA DI PAPA” si nota un emendamento che diceva a mano: “I Campi di Annibale”, senza dubbio alludendo all’eroe cartaginese ma sicuramente non in onore degli Annibaldi che erano loro rivali e avversari.
In realtà una teoria più realistica viene fatta risalire al nome “Campi di Annibale” di epoca romana, legato alla memoria dell’accampamento non di Annibale ma delle caserme romane lì posizionate, come narra Tito Livio, per difendere il LUCUS SACRED a LATIO JOVE in vista dell’oscura minaccia di un esercito così potente alle porte di Roma che era formato anche da diversi elefanti.
Si dice che durante tutto quel lungo periodo in cui questi campi furono presidiati, così grandi furono il terrore e la disperazione tra gli abitanti di Cabum che furono sacrificati più di 300 buoi a Giove. La loro immaginazione si confondeva con quella dei soldati romani accampati lì; entrambi avevano paura di imbattersi improvvisamente nello spaventoso generale africano, che era noto per aver portato stragi e depredazioni ovunque. Così, per soddisfare la loro lunga ma vana attesa, chiamarono quel posto: “I Campi di Annibale” in memoria e nel timore del grande eroe cartaginese.
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